Bot, finti like e account: come destreggiarsi tra le insidie di Instagram, piattaforma prediletta del momento?
La gestione dell’account Instagram significa comprenderne a fondo le potenzialità e, soprattutto, che non è più sufficiente esserci e basta.
C’erano una volta insights, hashtag strategici, engagement e bio d’effetto. Ora i numeri “rilevanti” si posizionano tra la cifra dei post e quella dei profili seguiti.
Far crescere i followers in maniera esponenziale, infatti, è da qualche tempo la meta ultima di tutti coloro che sono iscritti al celeberrimo canale per condividere foto, video, far conoscere prodotti e, perché no, auto promuoversi.
Questo fenomeno si è diffuso a macchia d’olio in maniera lenta e silenziosa: negli ultimi mesi, infatti, si è assistito all’ascesa dei cosiddetti influencers, che hanno collezionato migliaia – se non addirittura milioni – di seguaci e like, cresciuti esponenzialmente… destando però qualche dubbio.
Di fronte alle perplessità e alle denunce di numerosi utenti “puristi”, Instagram ha affinato gli strumenti per controllare chi usa profili comprati per aumentare i follower. Non solo: i vertici della piattaforma hanno preannunciato che saranno molto severi con chi persevererà nell’utilizzo di stratagemmi per aumentare, imbrogliando, i like.
Gestione account Instagram: in arrivo la pulizia a tappeto dei profili falsi
La denuncia si è trasformata in una vera e propria lotta agli account che utilizzano app e servizi esterni per aumentare la propria popolarità all’interno del social network. Le autorità di Instagram, infatti, hanno sviluppato strumenti di apprendimento automatico per individuare i suddetti account e rimuovere il traffico non autentico.
Scendendo più in profondità, si potrebbero evidenziare gli effetti negativi che il comportamento dei cosiddetti fake influencers è in grado di innescare nella psicologia e nelle abitudini degli utenti.
Alcune note blogger italiane si sono attivate in maniera concreta per sensibilizzare contro l’utilizzo di programmi come Instagress, comment pod e altre community per monetizzare la propria attività su Instagram. Tra loro l’artista bresciana globetrotter Sara Melotti di “Behind the quest” e la Project Manager e consulente per aziende Ilaria Barbotti, volto di “Digital PR Atelier”.
Entrambe, infatti, hanno fatto emergere come Instagram abbia preso il sopravvento su tutti gli altri social e come tantissimi influencers, sia italiani sia stranieri, abbiano falsato i propri numeri, invitando tutte le persone a prendere posizione in merito.
Occorre più consapevolezza nell’utilizzo dei social network. Serve capire che tutti questi stratagemmi non fanno altro che creare frustrazione e, aspetti personali ed etici a parte, non sono assolutamente utili ad aumentare i numeri ben più importanti di engagement e di traffico sulle piattaforme.
Da una parte, quindi, possiamo notare KPI (like e commenti) di successo e dall’altra un livello di conversione bassissimo confermando, ancora una volta, il dilagante primato dell’apparenza a discapito della sostanza su questa piattaforma.
“Giocare sporco” è diventata una dinamica molto diffusa, ma ancora poco conosciuta nelle sue sfaccettature: è il caso di dire “adesso basta”?
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