Innanzitutto, spieghiamo cosa si intende con la sigla D2C: direct to consumer (diretto al cliente), cioè il modello di business in cui un’azienda produce un determinato prodotto nella propria struttura, e lo distribuisce all’interno dei propri canali (ad esempio e-commerce, profili social, negozio al dettaglio).
E-commerce B2C e D2C: le differenze
Abbiamo definito il commercio D2C come la vendita diretta al consumatore finale tramite i suoi canali, ad esempio un e-commerce D2C o un negozio fisico monomarca, evitando la distribuzione tramite terze parti. Nel B2C (business to consumer), invece, le aziende vendono i loro prodotti ai consumatori finali, privati o aziende tramite una rete di distribuzione, come ad esempio passando per Amazon.
Quindi:
- La mia azienda produce e vende calze su un e-commerce dedicato, in negozi fisici monomarca e tramite i profili social dell’azienda – la mia attività sfrutta il modello D2C
- La mia azienda produce calze che vengono vendute su Amazon – la mia azienda ha un approccio B2C
- Amazon vende le mie calze – Amazon è D2C
(Ps. Amazon nel 2017 organizzò un evento a Seattle e invitò le aziende manifatturiere per convincerle a diventare D2C e usare il centro logistico di Amazon).
Fatta questa premessa, la sostanziale differenza tra uno shop online B2C e D2C è che:
- un D2C è sempre B2C
ma
- un B2C non è sempre D2C
Alcuni esempi di aziende con modello D2C
Ecco una breve lista di possibili situazioni e aziende che adottano un modello di business D2C per le loro vendite online:
- una stilista vende le sue creazioni sia in un negozio a Milano sia online sullo shop virtuale e tramite i canali social (nel settore fashion il D2C è già affermato da tempo)
- una cantina di vini vende le sue bottiglie non solo nel proprio negozio al dettaglio ma anche online
oltre ai canali di vendita c’è anche la strategia rivolta al cliente nel D2C:
- un produttore nel settore di food and beverage, da sempre abituato a vendere la sua linea di gelati ai supermercati, si apre anche alla vendita diretta al cliente finale sul suo e-commerce D2C, magari personalizzando i prodotti in un modo particolare
- un produttore di occhiali vende direttamente sul suo e-commerce e tramite il profilo Instagram e invia al cliente dei campioni di prova prima dell’acquisto
Cosa cambia quindi nella catena distributiva? Manca il passaggio di un intermediario, ad esempio un grossista che faccia da tramite tra l’azienda, i rivenditori e poi i consumatori.
I vantaggi del modello di business D2C
- Aumenti e controlli i profitti
Quando la tua azienda distribuisce direttamente i tuoi prodotti, tagli i costi di intermediazione, permettendoti di controllare maggiormente i margini di guadagno. I profitti non vengono quindi divisi con nessun intermediario. - Immetti i prodotti sul mercato con maggiore rapidità
Il processo decisionale è nelle tu mani: gestendo direttamente i canali di vendita, puoi decidere liberamente quando e come immettere nuovi prodotti sul mercato, senza vincoli dettati da terze parti. - Hai più libertà di personalizzare la tua gamma prodotti
Un rapporto diretto con il consumatore finale ti lascia la libertà di raccogliere direttamente da lui le indicazioni per personalizzare i tuoi prodotti e renderli il più desiderabile possibile. Inoltre, potrai gestire liberamente iniziative speciali di fidelizzazione, come ad esempio la prova gratuita prima dell’acquisto. - Crei una relazione più stretta con i tuoi clienti
Beneficio strettamente collegato al punto procedente. - Hai accesso ai dati mirati dei clienti
Con il modello direct to consumer, come già detto, l’azienda produttrice controlla la distribuzione e quindi vende direttamente dal proprio e-commerce. In questo caso hai l’importante occasione di raccogliere dati sulle vendite e sui comportamenti che gli utenti tengono sul tuo sito, ad esempio analizzando le pagine di maggiore interesse e intervenendo per migliorare quelle meno cliccate.
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E-commerce D2C: alcuni casi di successo del 2020
Partiamo dall’emergenza Coronavirus, che ha influito molto sulle abitudini delle persone e sulla catena di distribuzione. Cosa è successo? Ecco alcune aziende flessibili nel settore food che si sono adattate con successo a questo nuovo assetto grazie al D2C, come riportato dal quotidiano La Repubblica:
- Bindi, azienda specializzata nei dessert per la ristorazione, ha attivato in USA la vendita telefonica diretta ai consumatori finali usando la propria flotta per le consegne a domicilio
- Coam (Conserve Alimentari Morbegno) ha attivato il canale e-commerce salmone-sellvaggio.it per la vendita diretta di specialità ittiche
- Granarolo ha attivato il servizio “Spesa a casa” a Bologna, Modena e Milano, accessibile e prenotabile dal sito.
Che sfida deve vincere il D2C per restare sulla cresta dell’onda oltre il 2020? Una riflessione.
Il 2020 è cominciato in salita a causa del Covid19 che ha dato una brusca e grave frenata a moltissime attività, oltre ad aver generato una pesante emergenza sanitaria. Come per ogni crisi economica vissuta in passato, l’uomo ha il dovere di osservare le sue dinamiche per trarne degli insegnamenti e creare dei modelli che possano aiutare, in questo caso le aziende, ad uscire in breve tempo e al meglio da situazioni difficili, riducendo al massimo i danni. L’isolamento a cui ci ha costretto il Coronavirus, le restrizioni e le lunghe code al supermercato hanno fatto sì che l’approccio D2C vivesse un momento di ascesa e proliferazione.
Perché quindi oggi parlano tutti del direct to consumer e di come sia vincente avere un e-commerce D2C e una strategia di vendita integrata D2C?
Molte aziende, soprattutto nel settore food, si trovano ora a gestire in ottica D2C i loro affari a causa della riduzione della distribuzione e dei canali di vendita di grossisti, intermediari e rivenditori. Per alcuni questa situazione diventerà la normalità: parliamo di quelle aziende che hanno tratto un profitto notevole da questo approccio diretto al cliente, sfruttando tutte le potenzialità del commercio online. Accanto alla rete B2B classica, rimarrà per molte aziende attiva anche quella D2C. La sfida sarà quella di riuscire a mantenere i rapporti creati con il consumatore finale in queste settimane e fornire servizi dedicati e sempre più specifici per il consumatore finale, naturalmente con un e-commerce studiato in ottica D2C che sostenga questo sviluppo.
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