Tra i momenti più divertenti che animano il reparto di copywriting in Dexa, non mancano le testimonianze e le esperienze che ci raccontiamo sulla nostra “vita da copy”. Tra la redazione di una news per il blog, la scrittura del testo per il sito internet di un cliente e il confronto per l’ideazione del nuovo nome di un prodotto, ecco la frase che tutti noi aspettiamo con ansia: “Non potete immaginare cosa mi hanno detto ieri”.
Ecco quindi la classifica delle domande che ci sentiamo rivolgere quando diciamo di lavorare come copywriter in un’agenzia di comunicazione:
Al quarto posto troviamo chi pensa ad un altro lavoro:
“Ti occupi di marchi e brevetti?”
La confusione tra copywriting e copyright è sempre sulla punta della lingua, in cima alle cose che dobbiamo distinguere con maggiore frequenza. Ma ormai ci siamo abituati, e non ce la prendiamo di certo. A noi la sfida di rendere questo lavoro più conosciuto piace molto. Anzi, ormai speriamo quasi che ce lo chiedano: quale migliore occasione per raccontare la nostra passione per la scrittura e stupire chi pensava a tutt’altro impiego?
Al terzo posto chi ti vede come un bohémien, un anticonformista che vive libero dalle dinamiche del lavoro e della società:
“Che bello scrivere tutto il giorno. Non ti sembrerà nemmeno di lavorare”.
Come non tirare in ballo Confucio con la sua “scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”. Certo, siamo d’accordo: amiamo il nostro lavoro di copywriter in agenzia, ma per scrivere bene bisogna farlo con la testa, tanto impegno e concentrazione. Studiare un argomento e informarsi con attenzione su un tema prima di produrre un testo è una responsabilità. Inoltre, scrivere unendo creatività e regole SEO per l’ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca è tanto stimolante quanto impegnativo. (SEO è l’acronimo di “Search Engine Optimization” e comprende le operazioni che permettono al tuo sito di raggiungere le posizioni più alte dei risultati offerti dai motori di ricerca).
Al secondo posto chi non la vede esattamente come una professione:
“Ah, non sapevo nemmeno fosse un lavoro, pensa un po'”.
Ebbene sì. Saper scrivere (bene) significa avere la padronanza della lingua scritta, essere curiosi su ogni argomento, accogliere gli stimoli trasformandoli in qualcosa di nuovo e sempre chiaro, spiegare senza annoiare, gestire la raccolta dei contenuti con ordine, relazionarsi con il cliente per capire come trasmettere i suoi valori e trovare le parole giuste. Potremmo continuare. Ma ci fermiamo qui. Pensi ancora che non sia un lavoro?
Al primo posto, infine, la frase che vince su tutte:
“Mio nipote? Fa il copriwater!”
Il posto d’onore spetta alla nonna di uno di noi, sentita mentre raccontava all’amica le mirabolanti gesta lavorative del nipote. Chissà a cosa avrà pensato la sua interlocutrice, intenta ad osservare le foto di famiglia sullo smartphone della nonna.
E qui si conclude la copy-classifica: il nostro modo di raccontare con le armi del mestiere, le parole, le nostre giornate da copywriter in Dexa.
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Marco, Claudio, Francesca e Giulia.